E' stato un incontro indimenticabile quello che si è
svolto nel nostro paese il 27 ottobre 2011 in
occasone della presentazione del libro: "
", biografia di un
giovane ragazzo di Faggiano venuto a mancare in età
giovanissima a causa di un male incurabile.
Quella di Pierangelo sarebbe stata una storia drammatica come tante altre se il protagonista non fosse stato un ragazzo intelligentissimo e animato da una fede immensa, pur cresciuto in un ambiente familiare piuttosto indifferente ai temi religiosi. In questa storia, la malattia e la sofferenza costituiscono l'humus all'interno del quale il soffio dello Spirito fa nascere e sviluppare una fede che porta un figlio a diventare "p
SONO INTERVENUTI ALLA SERATA
- avv.
Dario Macripò, sindaco di Lizzano -
- padre
Pio Montagna, parroco di san Pasquale
- dott.ssa
Milena Schirano, moderatrice e vice presidente Ass.ne Arcadia
-
Angelo Nisi, presidente Associazione Pietre Vive onlus
- prof.
Michelangelo Iurlaro, ministro O.F.S.
- prof.
Giuseppe Marino, presidente
Ass.ne Arcadia
-
Simona Cirillo, responsabile Confraternita Misericordia
-
Anna Maria Lecce, presidente Fratres
- dott.
Giuseppe Grasso, autore del libro
- dott.
Alfonso Capuzzimati, presidente Ass.ne Pierangelo Capuzzimati
onlus
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Intervento del Presidente Prof. Giuseppe Marino
E' con immenso piacere che l’Associazione di Promozione Sociale ARCADIA
partecipa a questo incontro per la presentazione del volume di cui ampiamente
si è già parlato questa sera. Desidero ringraziare, a nome di tutta
l’associazione di cui mi onoro essere Presidente, tutti coloro che hanno avuto
un ruolo importante per l’organizzazione della serata, dall’ing. Gaetano Rizzo,
a tutte le associazioni che hanno creduto e partecipato e che con gli
interventi dei rispettivi presidenti ci hanno aiutato a meglio comprendere la
vita del giovane Pierangelo scomparso così prematuramente e, in modo del tutto
peculiare il suo sacrificio, il suo martirio offerto a Dio per amore e
accettazione.
Un
saluto e un ringraziamento affettuoso ai genitori e ai parenti tutti di
Pierangelo; e, permettetemi di dirlo, grazie per avercelo donato. Ora
Pierangelo non è solo il vostro figlio amato, ma è anche un nostro figlio, un
figlio della Chiesa che, chi ha fede, dovrebbe guardare con ammirazione,
stupore e voglia di confrontarsi, riflettere, camminare in quella speranza
cristiana di cui tutti abbiamo bisogno, soprattutto in tempi così difficili e
fragili. Lo aveva capito benissimo Pierangelo quando a scuola delineò gli
aspetti della società di oggi:
“Il
mondo di oggi è troppo complesso per chiarirne in breve l’esistenza. Tutto
appare collegato, unito, esaltato e continuamente diviso in varie facce della
stessa medaglia. Assistiamo a sconcertanti avvenimenti che mettono in dubbio le
certezze e le verità. Si pensi al crocifisso, in Italia, e specialmente in
Italia, roccaforte della cristianità, gettato dalla finestra da un islamico.
Ciò è possibile? Manca totalmente il rispetto che appunto deve far parte della
religione come della politica, fra tifosi di diverse squadre, fra nazioni o
semplicemente e unicamente della società. Siamo forse alla deriva. La religione
sta affrontando una crisi nel mondo occidentale, il cristianesimo segretamente
è forse in crisi”.
Anche molti giovani
dovrebbero guardare alla sua figura: alla sua figura come studente per niente
superficiale, ma con il suo ardente desiderio di conoscere e approfondire non
solo la realtà che ci circonda e in cui siamo inseriti e chiamati a vivere la
nostra esistenza, ma soprattutto cercare di capire e carpire qualche segreto
del mistero della nostra religione e di quel Dio Rivelatosi pienamente nella
figura di Gesù Cristo. Perché, se da un lato la Rivelazione rivela,
svela, mostra chiaramente gli aspetti fondamentali del nostro Dio, dall’altro
lato la Rivelazione
ri-vela, ossi vela di nuovo, nasconde nuovamente. E’ questo il mistero di Dio:
mostrarsi e nascondersi, come in un continuo ed eterno gioco. Questo è il
compito di ogni cristiano: cercare di capire perché tanto amore è riservato da
Dio ai suoi figli.
Credo ut intelligam.
Intelligo ut credam: così affermava Sant’Agostino. Credo per capire. Capisco
per credere. E il nostro Pierangelo faceva bene a
interrogarsi su Dio: “Cosa è la
religione? Cosa è la fede? Chi,Dio? E’ un bisogno, una necessità, la verità che
traspare dal volto di ognuno”.
E ancora i giovani
dovrebbero guardare a Pierangelo proprio perché ha saputo in poche righe, e con
accenti, a volte poetici ma efficaci, sintetizzare gli aspetti della gioventù
di oggi.
“Le nuove generazioni
sono sempre figlie dei loro tempi, personificazioni complete dei complessi
intrecci emotivi, ideologici e culturali che irradiano o adombrano i secoli.
Sono in fin dei conti docili e pieghevoli rampicanti che necessitano di cure e
consigli, richiedono esempi, influenze, modelli da seguire, altrimenti
crescerebbero rozzi e spinosi, di una bellezza dura e selvatica come quei
cespugli che macchiano i campi primaverili”.
E nello stesso tempo da
grande osservatore, psicologo e pedagogo riconosceva nella società “malata” di
oggi la colpa per non sapere educare.
“Una società priva di
valori, arida di modelli umani veri e trascinanti, un mondo che sprofonda
nell’auto distruzione, che non sa comprendere o tanto meno risolvere i suoi
reali problemi, che si trastulla nei vizi e ha perso ogni minimo concetto di
virtù e moralità quale irradiante influsso donerà (trasmetterà) ai suoi figli?”
Certo, non vogliamo essere
pessimisti; d’altronde Pierangelo ci ha ricordato che la speranza e l’amore è
la nostra armatura, l’armatura di cui ogni vero cristiano dovrebbe rivestirsi.
L’umanità è una fenice che
rinasce da se stessa, e bisogna sperare nei giovani perché traghettino questo
pianeta verso altri orizzonti.
Grazie Pierangelo per il tuo sacrificio,
per il tuo martirio, per il tuo amore, per il tuo esempio, per la tua gioventù.